Si è svolto all’Hotel Bristol di Genova l’importante convegno “Etica e sviluppo della cooperazione”.

organizzato da UN.I.COOP. Liguria, l’Associazione Nazionale che si propone di essere una struttura di assistenza, rappresentanza, vigilanza e tutela delle cooperative associate attraverso: l’elaborazione di strategie tese a favorire la cooperazione, la promozione di leggi e normative di interesse cooperativo, l’assistenza alla negoziazione per la sigla dei CCNL, la concertazione ai tavoli di rappresentanza istituzionale nazionale e regionale.
Ai lavori hanno partecipato anche gli assessori regionali Ilaria Cavo e Gianni Berrino e il Presidente della Commissione Sanità della Regione Liguria Matteo Rosso.
Nel suo intervento il presidente UN.I.COOP. Liguria Ubaldo Emilio Borchi ha sottolineato alcuni punti per poter meglio spiegare l’introduzione del termine “Etica” nel titolo di questo convegno. “Le procedure per la gestione degli immigrati – spiega Borchi – sono ferme a vent’anni fa, quando l’Italia dovette affrontare l’emergenza sbarchi dalle coste albanesi. Allora il Ministero dell’Interno redasse un regolamento per facilitare le procedure per l’accoglienza. Tre pagine in cui si dettavano le indicazioni generiche e urgenti, senza dettagliare il capitolo spese e soprattutto senza alcuna disciplina in materia di bandi e rendicontazione delle spese. Quel decreto prevede la rendicontazione per gli enti locali, imponendo loro una dettagliata relazione sulle attività svolte e sulle spese sostenute, mentre per i soggetti privati non prevede niente di simile. L’Italia ospita – prosegue il presidente di UN.I.COOP. – secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Economia nell’ambito finanziaria, 133.727 immigrati. I costi pubblici solo nel 2015 sono stati 918 milioni di euro con 14 centri di accoglienza, 5 centri di identificazione ed espulsione, 1.861 strutture temporanee, 430 progetti del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati. La stima per l’anno 2017 si aggira intorno ai 3,5 miliardi di euro. Ovviamente UN.I.COOP. Liguria non può e vuole sostituirsi al legislatore ma nei limiti delle proprie possibilità e competenze, nella innegabile libertà di scelta di ognuno, fare chiarezza e mettere in gioco un sistema virtuoso di comportamento etico, proponendo a tutte le proprie associate un percorso di assistenza alla realizzazione di strumenti gestionali, contabili, amministrative che diano trasparenza e puntuale rendicontazione dei ricavi e delle spese sostenute e gli strumenti per l’eventuale reinvestimento dei disavanzi in altri settori, quali ad esempio il sociale, insomma per concludere, diamo trasparenza al sistema”.